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Marco Sparpaglione reduce dal Croatia Trophy 2017

Foto Paolo Baraldi e testo Aris Prodani di motorsportfvg.it

 

 

Marco Sparpaglione, organizzatore insieme ai ragazzi del Friuli Fuoristrada del Croatia Trophy Italian Experience, ha corso nella categoria Trophy al Croatia Trophy 2017. Ecco come si racconta.

Marco Sparpaglione, tortonese di origine ma triestino da sempre. Una lunga carriera nei rally, poi il passaggio al fuoristrada. E la partecipazione al Croatia Trophy 2017 appena concluso in coppia con Moreno Segat.

 

Sei ricordato ancora a bordo della Fulvia HF e della A112 Trofeo navigato da Gargiulo. Dai rally al fuoristrada estremo. Come è avvenuto questo passaggio?

Il passaggio al fuoristrada è stata l’evoluzione naturale dopo aver lasciato i rally. Sono sempre stato un “terraiolo” e nei rally c’era troppo asfalto per i miei gusti. Nelle gare in fuoristrada ritrovavo l’antico gusto per l’avventura e i percorsi sulla terra anche se molto più accidentati. Dall’Endurance son poi passato all’Estremo e la partecipazione al Croatia Trophy è stata il raggiungimento del massimo traguardo.

 

Una gara incredibile...

E’ la gara di estremo più dura lunga e difficile in Europa e il solo finirla è una grande impresa. Ho preso il via nella categoria più difficile la Trophy perché ci tenevo a confrontarmi con i migliori piloti della specialità e poi perché sono uno degli organizzatori del Croatia Trophy Italian Experience, gara propedeutica al C.T. e che premia i vincitori delle due categorie con l’iscrizione gratuita alla gara croata.

Gare come quella croata mettono a dura prova i veicoli ma anche il fisico e, forse, anche la forza di volontà. Le capacità dell’equipaggio devono andare ben oltre la guida e la navigazione.

 

Durante la gara si vivono situazioni incredibili..sei nella foresta e vedi arrivare mezzi da tutte le direzioni! Gli errori di navigazione sono all’ordine del giorno!

C’è comunque uno spirito molto sportivo e nell’ambito del possibile ci si aiuta l’un l’altro. A noi quest’anno è capitato di aiutare un equipaggio israeliano trainandolo per 15 km in modo da farlo arrivare al campo di assistenza. Sono soddisfazioni anche queste.

La guida di questi mezzi è molto tecnica e necessita, per i passaggi più difficili, di due verrricelli. Uno anteriore per salire e uno posteriore per scendere. Poi sono indispensabili i bloccaggi dei differenziali per evitare eccessivi slittamenti delle ruote sugli ostacoli quando magari si è su tre ruote!

Io sono convinto che per queste gare ci voglia un mezzo molto leggero anche se non potentissimo. Al contrario la scuola tedesca vuole dei veri e propri carri armati con motori stellari. I fatti mi danno ragione  perché quest’anno i primi tre equipaggi,tutti estoni,avevano dei mezzi leggerissimi.

E vi siete tolti più di qualche soddisfazione...

Nonostante il nostro mezzo non fosse all’altezza di quello dei piloti dell’Est (in questo momento i più competitivi) ci siamo difesi bene riuscendo a entrare nella top 10. Purtroppo un errore di settaggio dell’assetto ha provocato una rottura irrimediabile che ci ha costretto a fermarci.

 

Si ritorna alla vita “normale”. Oltre ad un recupero meritatissimo, si riparte con le attività del Friuli Fuoristrada.

Faccio parte di un club, il Friuli Fuoristrada, che organizza diversi eventi. Ogni mese mettiamo a disposizione dei soci i percorsi della ex polveriera di Racchiuso. Ci sono tracciati per tutti i gusti. Anche per i mezzi della Dakar. Abbiamo avuto l’onore di aver ospite l’Audi Sport Italia con Cinotto a testare il loro mezzo. Poi a novembre organizziamo il nostro tradizionale raduno in notturna aperto a tutti e con ricchi premi. Il fiore all’occhiello resta il Croatia Trophy Italian Experience a febbraio. Siamo gli unici in Italia a poterci fregiare del marchio “Croatia Trophy.