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Camel Trophy, una leggenda ancora viva

Il Camel Trophy in 20 anni di gloriosa carriera, 1980 - 2000, ha fatto sognare appassionati di fuoristrada e non, tanto che ancora oggi il ricordo di questa epica gara è ben presente nell’immaginario collettivo di ogni persona. In questo articolo grazie a Paolo Turinetti conosceremo meglio il Discovery del team giapponese Masaru Sato - Mayumi Ugajin che ha partecipato all’edizione 1997 in Mongolia e ripercorrerò le tappe di questa leggendaria avventura. 

Foto e testo di Paolo Baraldi

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Nominare il Camel Trophy equivale ad evocare una serie di emozioni e ricordi che è difficile ritrovare in altre situazioni. Il Camel Trophy è l’indiscusso sinonimo di avventura e dal 1980 è stata una delle più dure competizioni per fuoristrada del mondo. In 20 anni di gloriosa carriera, fino alla sia ultima edizione del 2000, ha fatto sognare appassionati di fuoristrada e non, tanto che ancora oggi il ricordo di questa epica gara è ben presente nell’immaginario collettivo di ogni persona.

 

Sparsi per il mondo ci sono numerosi appassionati e collezionisti che cercano e restaurano i 4x4 che hanno partecipato alla varie edizioni del Camel Trophy per poi mostrarli ai numerosi raduni dedicati a questa indimenticabile avventura.

Discovery 300 TDI, Camel Trophy Mongolia 1997

In questo articolo vi presenteremo il Discovery 300 TDI ufficiale, grazie a Paolo “Roj” Turinetti, del team giapponese formato da Masaru Sato e Mayumi Ugajin, pertanto con guida a destra,   che ha partecipato al Camel Trophy in Mongolia nel 1997. “Il recupero di questo Discovery”, come ci racconta Turinetti, “è stato fatto con un raid di tre giorni compiuto in compagnia di mia figlia,  viaggio di andata in treno fino a Londra, dopo una seratina di relax nella capitale inglese, il giorno dopo con un'oretta di viaggio sul trenino della Chiltern Railway, attraversando la magnifica campagna del Buckinghamshire siamo arrivati ad Aylesbury  dove ci attendeva alla stazione il vecchio proprietario .... con il Disco!!!  Ultime formalità, una stretta di mano e via verso casa, non prima di aver fatto visita ad un amico e grande collezionista di Series One, Richard Hughes. Arrivati a Folkestone siamo saliti sul treno navetta che in una mezzoretta scarsa ci ha riportati sul continente, poi da qui sulle comode autostrade francesi e sull'ancor più comodo Discovery  siamo arrivati a casa la sera del giorno seguente.  Quasi 3000 chilometri in tre giorni  fra  TGV Eurostar, navette e....Discovery !!!!”

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Paolo Turinetti

La Land Rover, avvalendosi del grande richiamo del Camel Trophy,  ha sempre presentato nel corso degli anni i  modelli  che più voleva propagandare sul mercato, per questo motivo ancora una volta è stata scelta la Discovery nella configurazione a 5 porte e con il motore diesel  300Tdi mentre  come mezzi di supporto sono stati impiegati i Defender 110. Le Discovey affidate ai 20 equipaggi ufficiali in competizione, proprio per le caratteristiche del territorio sono state preparate in modo meno esasperato di qualsiasi altro mezzo fin li impiegato. L'aspetto estetico più evidente è dato dal robusto portapacchi della Safety Device realizzato per  il trasporto delle canoe e delle biciclette, con nella parte posteriore una pratica gabbia predisposta di copertura per contenere attrezzature varie e sul frontale oltre alla tipica placca in alluminio con il logo Camel Trophy  i 4 fari supplementari per la guida notturna. Altri due fari Hella di profondità li troviamo montati sul bullbar che contiene anche il potente verricello Warn XD 9000  da 8500 libbre per il funzionamento del quale è stata installata una seconda batteria. Sul paraurti sono presenti  due ganci da 3,5 tonnellate per il traino, mentre sul cofano oltre al grande adesivo blu antiriflesso troviamo 2 ganci  a clips in acciaio per l'apertura rapida, e la preziosa placca originale con il numero di gara CT33. Un altro attacco da 5 tonnellate  per il traino è presente sul paraurti posteriore.

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Il Discovery 300 TDI ufficiale del team giapponese Masaru Sato - Mayumi Ugajin

l'allestimento esterno e' completato dalla scaletta di accesso al portapacchi,  da due  piastre di protezione in alluminio, una  sotto il verricello e una a protezione del serbatoio nella parte posteriore, infine lo snorkel  della Mantec  dove oltre all'aspirazione del motore sono convogliati gli sfiati degli assi e del cambio.  All'interno troviamo  il roll cage sempre della Safety Device a protezione dell'abitacolo in caso di ribaltamento,  il trip master per tenere sotto controllo chilometraggio parziale e totale e il GPS  indispensabile per  la navigazione negli spazi sconfinati  e privi di riferimenti  della Mongolia, infine una lampada per la lettura delle mappe e le fodere impermeabili a protezione dei sedili. Il vano di carico posteriore è separato dall’abitacolo da una griglia integrata con il roll bar; qui troviamo i caschi ed i salvagenti oltre alle taniche per il gasolio Molto cambiata rispetto agli anni precedenti anche  la grafica esterna con un sottoporta caratterizzato dal profilo delle montagne e dalla scritta Mongolia 1997, e lo stile generale grazie all'adozione di cerchi in alluminio con pneumatici  BF Goddrich Mud Terrain 235/85 R16 dall'accentuato profilo fuoristradistico. Il modello del nostro servizio e' stata  auto ufficiale del team giapponese formato da Masaru Sato e Mayumi Ugajin, pertanto con guida a destra. Dato lo stato di conservazione pressoché perfetto   si pensa che una volta tornata in Inghilterra  e messa in vendita dal reparto Special Vehicle della Land Rover, sia finita in mani gentili che l'hanno usata probabilmente per qualche raduno  o per piccoli viaggi.  Oltre alle 21.000 miglia segnate dal tachimetro attualmente installato bisogna aggiungere altri 3322 km riportati dal contachilometri originale usato durante la competizione, dunque una percorrenza totale  a testimonianza di un uso davvero non esasperato del mezzo e del suo motore, come abbiamo detto il noto 300 Tdi. Ancora presente la canoa della Perception modello Kiwi 2 corredata di pagaie, caschetti di protezione e giubbotti  salvagente, mancanti purtroppo le due biciclette Lee Cougan Hurricane  e gli apparati radio disinstallati una volta finita la gara. Nel complesso  un'auto a cui forse mancherà  un po' del fascino del vissuto tipico dei mezzi che hanno affrontato percorsi più  impegnativi, ma  difficile da  reperire  nel suo stato di conservazione e completezza di dotazioni e accessori. Dunque un bel ritrovamento   a testimonianza di un'epoca che ha fatto sognare intere generazioni  e per anni ha incarnato il mito dell'avventura estrema.

La leggenda del Camel Trophy è ancora viva

Il Camel Trophy è stata una delle più dure competizioni per fuoristrada del mondo. Nacque nel 1980 con il patrocinio della Camel e subito dimostrò la sua difficoltà, sia per gli equipaggi sia per i mezzi. La prima edizione vide equipaggi tedeschi con vetture Jeep. In seguito subentrò la Land Rover, che fornì l'intera gamma delle sue vetture nelle edizioni successive: Range Rover, 88 Serie III, Defender, Discovery e Freelander. Tutti i veicoli erano verniciati nella classica livrea gialla ed erano modificati dalla "Land Rover Special Vehicles" con una completa gamma di equipaggiamenti per spedizioni, sicurezza, pernottamento etc. Dall'edizione 1997 la formula cambia radicalmente, con l'introduzione di numerose prove speciali a carattere multidisciplinare: guida, kayak, orientamento, eliminando i percorsi particolarmente duri. Per questo motivo nel 1999 la Land Rover abbandona il Camel Trophy, con l'edizione programmata in Perù che viene cancellata. L'ultimo Camel Trophy è stato organizzato nel 2000 con un'ambientazione soprattutto marina. Oltre alla classifica generale, c'erano dei premi per la classifica degli "Special Tasks", cioè delle prove speciali, e del "Team Spirit Award", un premio assegnato dagli stessi partecipanti all'equipaggio che dimostrava il maggior spirito di squadra. Dal 2003 viene organizzata dalla Land Rover una manifestazione simile, il G4 Challenge.

camel trophy

Tutte le edizioni del Camel Tropy

1980: Transamazzonica. Il primo Camel Trophy percorse la Transamazzonica da Belém a Santarém per 1600 km in 12 giorni. I tre equipaggi, tutti tedeschi, erano equipaggiati con Jeep CJ 6.

 

1981: Sumatra[modifica. Il Camel Trophy 1981 venne disputato a Sumatra sempre da tre equipaggi tedeschi su Range Rover. Il percorso era di oltre 1600 km da Medan a Jambi.

 

1982: Papua Nuova Guinea. Nel 1982 la manifestazione diventa internazionale. Accanto ai soliti tre equipaggi Tedeschi c'erano un equipaggio olandese, uno italiano e uno USA tutti su Range Rover. L'edizione partiva dal Mont Hagen e finiva dopo 1600 km a Madang. Il Camel Trophy del 1982 in Papua Nuova Guinea fu vinta dell'equipaggio italiano (pilota Cesare Giraudo - Giuliano Giongo) e vide per la prima volta gli "Special Tasks", cioè le prove speciali.

 

1983: Zaire[modifica. Nello Zaire si disputò un'edizione con sette equipaggi provenienti da 7 Nazioni. Il percorso era di 1600 km da Kinshasa a Kisangani e venne affrontato con i Land Rover 88 III serie. La vittoria andò all'equipaggio olandese. L'equipaggio italiano era formato dall'erpetologo naturalista Aurelio Girelli e dal pilota di mongolfiere Paolo Contegiacomo che si aggiudicarono "ufficiosamente" il Team Spirit Award (premio ufficializzato dal 1985).

 

1984: Brasile. Nel 1984 si torna in Amazzonia da Santarém a Manaus. I 12 equipaggi si affrontarono nel percorso, ormai cancellato dalle piogge, della prima edizione su Landrover 110. Vinse l'equipaggio italiano.

 

1985: Borneo. L'edizione del 1985, disputata nel Borneo, partiva da Samarinda per arrivare a Balikpapan. I 16 equipaggi, provenienti da 8 nazioni, si affrontarono con i Land Rover 90 in un percorso durissimo, tanto da dover fare ricorso agli elicotteri per spostare la carovana dal punto dove si era arenata. Il Camel Trophy '85 fu vinto dall'equipaggio tedesco. In quell'anno fu istituito il "Team Spirit Award", un premio assegnato dai partecipanti all'equipaggio che dimostrava il maggior spirito di squadra: fu vinto dal secondo equipaggio brasiliano.

 

1986: Australia. L'edizione 1986 era di oltre 3218 km percorsi in soli 13 giorni: si partiva da Cooktown fino a Darwin su Land Rover 90. Parteciparono 14 nazioni e vinse la Francia, con gli italiani al secondo posto. Piloti, Daniele Terzi e Giorgio Albiero. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio australiano.

 

1987: Madagascar[modifica. L'edizione del 1987 vide 14 Team attraverso un percorso di 2252 km da Diego Suarez a Fort Dauphin. Gli equipaggi avevano a disposizione le nuove Range Rover 2.4 TD e gli italiani vinsero per la terza volta. Piloti Vincenzo Tota e Mauro Miele. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio spagnolo.

 

1988: Sulawesi. Nell'isola di Sulawesi, in Indonesia, si sfidarono 12 equipaggi su Land Rover 110. Il percorso era di 2092 km. La partenza era a Manado, con arrivo a Ujang Padang. Vinse l'equipaggio turco. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio della Gran Bretagna.

 

1989: Amazzonia. Nel 1989 si tornò per la terza volta in Amazzonia. Il percorso di 1700 km partiva da Alta Floresta fino a Manaus. Presero parte 14 equipaggi su Land Rover 110 e la vittoria finale andò alla Gran Bretagna. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio belga.

 

1990: Siberia. Si cambiò totalmente ambientazione: i concorrenti si sfidarono in Siberia da Bratsk a Irkutsk con le nuove Land Rover Discovery. Vinse l'equipaggio olandese. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio delle Isole Canarie.

 

1991: Tanzania e Burundi. Si sfidarono 17 equipaggi in Tanzania e Burundi, seguendo le orme di David Livingstone alla ricerca delle sorgenti del Nilo. Si partiva con le Land Rover Discovery da Dar es Salaam per giungere, dopo oltre 1600 km, a Bujumbura. L'edizione venne vinta dall'equipaggio turco, che si aggiudicò anche il "Team Spirit Award". Per la prima volta venne istituito lo "Special Tasks Award", vinto dall'equipaggio austriaco.

 

1992: Brasile e Guyana. L'edizione del 1992 vede ancora una volta il ritorno in Amazzonia. Gli equipaggi, sempre su Land Rover Discovery, partirono da Manaus, in Brasile, per arrivare a Georgetown, attraversando anche la savana. Vinse l'equipaggio della Svizzera. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio USA, mentre lo "Special Tasks Award", andò all'equipaggio francese. L'equipaggio Italiano venne composto da due piloti e due giornalisti: alla guida il medico Luciano Nava e l'istruttore ISEF Uberto Liuzzo, mentre i due giornalisti furono il pilota veterano Beppe Gualini e il fotoreporter di Max Filippo Leonardi.

 

1993: Sabah/Malesia[modifica. Il Camel Trophy 1993 si svolse a Sabah, la parte malese del Borneo. I 16 equipaggi partirono e arrivarono a Kota Kinabalu dopo un lungo giro di 1500 km a bordo delle Land Rover Discovery. Vinse l'equipaggio USA. Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio delle Isole Canarie, mentre lo "Special Tasks Award", andò agli equipaggi della Francia e dell'Austria.

 

1994: Sud America. I 18 equipaggi sulle Land Rover Discovery coprirono i 2590 km dalle Cascate di Iguazu in Argentina, attraversando il Paraguay fino a Hornitos in Cile. Vinsero gli spagnoli, che si aggiudicarono anche lo "Special Tasks Award". Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio sud-africano.

 

1995: Mundo Maya. L'edizione del 1995 prevedeva l'attraversamento di Belize, Messico, Guatemala, El Salvador e Honduras. I 20 equipaggi, sempre su Land Rover Discovery, partirono da Lamanai, in Belize, per arrivare dopo 1.700 km a Xunantunich, sempre in Belize. Vinse l'equipaggio della Repubblica Ceca, che si aggiudicò anche lo "Special Task Award". Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio russo.

 

1996: Kalimantan. Il Camel Trophy 1996 tornò nel Borneo, nella parte indonesiana. I 20 equipaggi si sfidarono per 1850 km sulle Land Rover Discovery da Balikpapan a Pontianak. Quell'anno il team italiano era rappresentato dall'emiliano Cristian Bertolani e dal romano Giampaolo Giusti. Vinse l'equipaggio greco, che si aggiudicò anche il nuovo premio "Land Rover Award". Il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio del Sud Africa, mentre l'ultimo "Special Task Award" andò all'equipaggio russo.

 

1997: Mongolia. Il 1997 è l'anno dell'ultimo Camel Trophy "duro". I 20 equipaggi partirono e arrivarono a Ulan Bator, attraversando il deserto di Gobi, per l'ultima volta con le Land Rover Discovery. Il team austriaco si aggiudicò la vittoria finale, il "Team Spirit Award" fu vinto dall'equipaggio svedese e il "Land Rover Award" andò all'equipaggio della Romania.

 

1998: Tierra del Fuego. Il Camel Trophy Tierra del Fuego vide 19 equipaggi dal Cile all'Argentina sulla piccola Freelander. La gara iniziò a Santiago del Cile e finì a Ushuaia, la città più a sud dell'Argentina. Vinse il team della Francia. Il "Team Spirit Award" fu vinto invece dall'equipaggio del Sud Africa, mentre il "Land Rover Award" andò all'equipaggio spagnolo.

 

1999: Perù ma l'edizione è stata annullata.

 

2000: Tonga – Samoa. Nel Camel Trophy Tonga - Samoa i 16 equipaggi si sono affrontati soprattutto in mare, da Nuku'alofa ad Apia. I team hanno avuto a disposizione dei gommoni per le prove e le piccole Honda CR-V, con i Defender 110 come supporto. Vinse il team del Sudafrica.

Camel Trophy 1997, Mongolia

Paolo Turinetti, da proprietario del Disco che è stato in Mongolia, ci racconta l’edizione 1997 del Camel Trophy.

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Il Discovery 300 TDI ufficiale del team giapponese Masaru Sato - Mayumi Ugajin

“Dopo le selezioni internazionali svoltesi in Turchia, per  l'edizione 1997 la carovana del Camel Trophy raggiungeva  ad est gli sconfinati territori mongoli. La Mongolia era la scelta perfetta,  un paese dai mille contrasti  e  il paese del tempo perduto  sono solo alcune delle definizioni che di solito si usano per questo fantastico territorio, grande tre volte la Francia e con solo 2,2 milioni di abitanti.  Con una densità  di soli 1,4 abitanti per km quadrato , Il contatto con le popolazioni locali e sperdute negli angoli piu remoti è stata una delle caratteristiche peculiari di questa edizione del Camel Trophy. Venti  team  provenienti da ogni parte del mondo si sono ritrovati nell'enorme piazza Suhbaatar al centro della capitale Ulaanbaatar alla presenza del primo ministro fiancheggiati dai cavalieri che vestiti nei costumi tradizionali hanno portato le bandiere delle  nazioni partecipanti. Da qui gli equipaggi , attraversando la capitale circondati da due ali di folla,hanno poi raggiunto in convoglio  il sito di Turtle Rock, un sito naturale e selvaggio sormontato da un enorme roccia con la forma di testa di tartaruga come il nome suggerisce.  Il luogo è stato scelto  oltre che per ovvi motivi scenografici anche perchè qui in concomitanza con la partenza della competizione si è svolto  il  Naadam, il festival degli sport tradizionali mongoli dove i partecipanti si sfidano in gare a cavalli, di lotta tipo wrestling e di tiro con l'arco. In questo luogo e'stato montato un grande campo con i tipici "gers" le grandi tende circolari mongole per ospitare la carovana del Camel in una sorta di "comoda" sistemazione in vista dei disagi che  avrebbero dovuto affrontare nei giorni seguenti. Questa edizione del Camel Trophy è stata definita di transizione,  dopo anni di jungle impenetrabili e  di  strade rese  impraticabili dal fango,  per la sua morfologia  il territorio mongolo ha fatto si che la competizione fosse per la prima volta impostata su prove differenti  per determinare  la classifica finale. Oltre alle classiche prove speciali   di guida in fuoristrada con i Discovery , si sono svolte gare di kayak con i biposto della Perception, di mountan bike con le biciclette della Lee Cougan e di orientamento. Sicuramente interessante per i partecipanti e' stata la possibilità di incontrare le popolazioni locali durante gli spostamenti  fatti con il solo ausilio del navigatore satellitare , e delle mappe fornite dall'organizzazione . Persi nella vastità del territorio , ha destato sempre emozione la vista di un Ger che significava la presenza dei pastori nomadi  con le loro mandrie di yak e di pecore e l'opportunità di un contatto umano.  I concorrenti e le vetture sono stati messi a dura prova  nei loro spostamenti, essendo passati dai  -15°gradi delle zone nord presso il lago Khovsgol ai + 45° del deserto del Gobi. Dopo la seconda tappa con arrivo a Selenge l'equipaggio austriaco aveva preso un vantaggio nel punteggio che avrebbe mantenuto fino alla fine. Altri partecipanti non hanno avuto la stessa fortuna con non  meno di tre  capottamenti  rovinosi ,  che non hanno comunque costretto al ritiro i malcapitati. Arrivando nei territori più a nord il gruppo e' incappato in una tempesta di neve che a oltre 3000 metri  ha messo a dura prova la resistenza di uomini e mezzi, nella zona di  Hangai Nuruu , il Discovery dei greci e' sprofondato  in un infido terreno caratterizzato dal permafrost, e altri due mezzi di appoggio nel tentativo di aiutarli sono rimasti impantanati a loro volta, richiedendo non meno di tredici ore di lavoro per uscire dalla spiacevole situazione. L'evento è poi terminato nell'antica capitale di Kharakorum  sede del piu grande monastero buddista della Mongolia, con la vittoria degli austriaci  Auer e Thausing.