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Deep Arada: la nostra intervista esclusiva con Alessandro Arada CEO di 4Technique.

 

Per conoscere meglio la storia e la filosofia di 4Technique, abbiamo intervistato Alessandro Arada con il quale abbiamo approfondito anche argomenti che riguardano il mondo del fuoristrada più in generale.

 

Foto e testo di Paolo Baraldi

4Technique, fondata nel 1999 da Alessandro Arada, è oggi l'azienda italiana leader nella distribuzione di accessori per fuoristrada. La Mission di 4Technique è quella di individuare e proporre i migliori accessori ed allestimenti sia agli appassionati di fuoristrada che agli operatori di veicoli speciali, commerciali ed industriali.

 

L'azienda, in cui operano una decina di qualificate persone, si sviluppa su 1500 mq: show-room, magazzino, area vendite, uffici amministrativi e officina, sempre aperta al pubblico, in cui vengono testati, collaudati e provati i nuovi accessori. Lo show-room, inaugurato nei primi mesi del 2005, è senz'altro il fiore all'occhiello dell'azienda. Qui, il cliente ha la possibilità di toccare con mano l'accessorio tecnico da acquistare. La credibilità e la buona reputazione di cui gode oggi 4Technique, sia in Italia che all'estero, è conseguenza della professionalità e competenza che è sempre stata alla base dell'azienda. Per questo, i migliori marchi a livello mondiale hanno deciso di stringere solidi accordi commerciali e di essere rappresentati in Italia da 4Technique. Troverete quindi: Warn, ARB, Old Man Emu,  Outback, Rhino Rack, Viair, Sno-Way e molti altri, oltre agli accessori prodotti in proprio. 4Technique, è anche “costruttore di seconda fase”, cosa che permette di progettare ed omologare un pacchetto di modifiche ed elaborazioni dedicate alla Jeep Wrangler JK ed alla Jeep Renegade.
In collaborazione con CETOC (Centro Tecnico Omologazioni e Consulenze) dopo diversi test presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, questi allestimenti hanno passato l’esame di idoneità per l’omologazione, permettendo di poter rilasciare a tutte le officine provviste di firma depositata presso la MCTC, il nulla osta per l’installazione e collaudo di pacchetti di accessori forniti da 4Technique.

 

A coronamento dell'attività di questa importante realtà, troviamo il "4TService"; un vero e proprio "posto" dove trovare un servizio tecnico ed assistenza post-vendita della migliore qualità e dove  il know-how aziendale permette di realizzare allestimenti speciali ed estremi su veicoli fuoristrada di tutti i tipi. La chiave del successo di 4 Technique è sicuramente la grande conoscenza e competenza nei viaggi africani e avventurosi, nelle competizioni e nei materiali necessari a creare moda, sicurezza e praticità, individuando i gusti e le tendenze del mercato. 

Per conoscere meglio la storia e la filosofia di 4Technique, abbiamo intervistato Alessandro Arada con il quale abbiamo approfondito anche argomenti che riguardano il mondo del fuoristrada più in generale.

 

- Il prossimo anno 4Technique compirà 20 anni, raccontaci come è iniziata questa tua avventura.

Tutto nasce in maniera molto occasionale. Erano già parecchi anni che praticavo fuoristrada amatoriale cercando di utilizzare il veicolo come mezzo di trasporto per avventurarmi nei posti più remoti di tutti i continenti. Parecchi viaggi africani, qualche garetta e nel ’95 un Challenge by FIF vinto in assoluto. Passando da una stretta collaborazione con Camel Trophy alle gare in Borneo e Malaysia anticipatrici del successivo Rainforest, sono sempre stato un vero utilizzatore di verricelli.

Warn Industries ha sempre sponsorizzato eventi internazionali di fuoristrada (estremo ed avventura) quindi, gioco forza, mi sono spesso trovato con alcuni rappresentanti Warn di fronte ad un fuoco in bivacco a raccontare le mie sensazioni e necessità di avere verricelli sempre più robusti e performanti. Nel Gennaio del 1999 vengo contattato da Warn che mi chiede una collaborazione diretta sia come consulente tecnico sia come eventuale loro distributore Italiano. All’epoca facevo già parecchi viaggi, avevo un’agenzia di assicurazioni e mai avrei pensato di aprire un ufficio di rappresentanza per Warn qui in Italia. Laura Lincoln di Warn all’epoca era già l’European Sales Manager e fu proprio lei a convincermi. Donna caparbia e lungimirante! In contemporanea ed occasionalmente incontrai un vecchio amico trialista Ernesto Maffei, anche lui appassionato di fuoristrada, parlando del più e del meno scopro che era in mobilità. Avevo fatto quadra! Potevo mantenere le mie attività aprendo in parallelo con Ernesto, alle dipendenze, un corner italiano Warn. Così, il 29 Marzo 1999 nasce 4Technique srl

 

- Da sempre 4Technique ha distribuito marchi importanti, è stato facile costruire questa rete di contatti?

Come già ti dicevo pocanzi, avere del tempo libero per coltivare le proprie passioni, dovrebbe essere un diritto di tutti. La mia fortuna era quella di fare l’assicuratore e ciò mi permetteva di lasciare i collaboratori/dipendenti soli in piena autonomia ed io prendermi la settimana (o due) per viaggiare o fare gare internazionali. Come tu ben sai, quando sei in giro per il mondo, parli le lingue e sei sempre curioso di fare, scoprire, fotografare e scrivere, è inevitabile costruire una rete di amici. Tra questi qualcuno costruisce verricelli, qualcun altro differenziali altri mozzi ecc., tra l’altro all’epoca facevo giornalismo e raccontavo come te viaggi, avventure e storie di aziende del settore. Esisteva ancora Auto&Fuoristrada; ci scrivevo occasionalmente. Nel momento in cui sono diventato ufficialmente “Warn Italy” con ovviamente un sano passato professionale ed affidabile, poco è passato perché gli amici Australiani ARB, Old Man Emu ed a seguire tanti altri, mi abbiano contattato per essere altrettanto rappresentati da 4Technique in Italia. Dall’altro lato, molti amici fuoristradisti italiani proprietari di concessionarie, officine specializzate ed organizzatori di viaggi hanno chiesto un rapporto collaborativo per gestire nel proprio territorio i miei prodotti. All’epoca 4Technique divenne collettore per tutti gli appassionati ed operatori.

 

- In questo periodo di "acqua sotto i ponti ne è passata". Dal 1999 ad oggi come è cambiato il mercato del 4x4 in Italia?

Si è contratto notevolmente a causa del crollo dell’economia e delle vendite di veicoli 4x4 intesi come veri fuoristrada. Le cause sono molteplici: crollo del mercato auto in generale, scelte aziendali dei costruttori d’auto sempre più alla ricerca delle prestazioni stradali, Euro 3/4/5/6 che impongono veicoli più leggeri. Sicurezza stradale che obbliga le vettura a non avere il telaio. Ti ricordo che i pick-up sono autocarri e per questo motivo rientrano in una diversa legislazione del codice della strada…. Fin che dura. Limitazioni delle autorità locali al passaggio sulle strade sterrate, cambio generazionale dove purtroppo gli smartphone si sono sostituiti alle gite all’aria aperta. Insomma poca cultura al plein air rispetto ad altri paesi. Le ultime generazioni praticano sport solo per glutei ed addominali ed anche gli stessi scout sono in crisi. Comfort e facilità nel raggiungere anche località più remote con mezzi pubblici o SUV quando solo 20/30 anni fa bisognava davvero avventurarsi sapendo quando partivi ma non quando arrivavi. Il mondo cambia ed il fuoristrada non è più un’esigenza o una passione, diventa moda… nascono i grandi SUV ed a seguire quelli più piccoli per tasche meno grosse. Addirittura arrivano i Crossover! La vera presa in giro! Gli uffici marketing ti vendono l’idea del 4x4 ma in pratica meglio girare in A1. Poi se non sei connesso non vali niente. Di questo sono molto rattristito.

 

- Credi che il mondo del 4x4 italiano rispecchi quello europeo/mondiale o viva di vita propria?

A differenza nostra almeno nei paesi anglosassoni, forse anche per “braccino corto”, vedi ancora nel week-end famiglie sul prato del parcheggio con la loro Duster o Q7 che si pappano un panino. Cavolo almeno sono all’aperto, hanno ancora il concetto della scampagnata. Noi se non andiamo in agriturismo a pranzo….. vero? All’estero esiste il campeggio libero, le aree sono attrezzate, i cessi puliti. C’è rispetto, senso civico e chi vive la natura non la contamina. Dormi in tenda e sei sicuro!. Da noi in Italia questa sensazione di benessere e sicurezza non è sempre percepita ma non voglio fare di tutta l’erba un fascio!. Fatto sta che l’idea di avere un fuoristrada (e ti accetto anche il SUV!) che ti serva come mezzo per evadere sul serio e staccare dalla tecnologia, non è così scontata nella nostra cultura come una volta.

 

- Cosa c'è di buono all'estero che noi non abbiamo?

Non guardi che tempo fa! Prendi, carichi il fuoristrada e vai a cercarti l’avventura piccola e grande che sia. E’ un approccio mentale. Uno stile di vivere il fuoristrada in maniera diversa. Ecco perché i più grandi produttori di accessori sono esteri. Io negli ultimi 5 anni ho creato un brand che si chiama UPRACKS e produco in piena autonomia portapacchi tecnici per fuoristrada/suv con tantissimi accessori. Dove credi che faccia fatturato? 80% estero e precisamente nord Europa. La percentuale di fuoristradisti italiani che viaggiano in fuoristrada per Africa (nonostante tutto quello che è successo) è sempre stata bassissima rispetto agli stranieri. Ci manca questa cultura. In Italia, con i rischi di multe e limitazioni di ogni tipo solo i club riescono fortunatamente a tenere vivo questo settore sbattendosi tra un permesso comunale e l’altro per garantire agli appassionati un week-end off-road. Grazie davvero a tutti questi appassionati. Sono loro lo zoccolo duro in Italia che tengono ancora vivo questo sport/avventura.

 

- E, cosa c'è di buono in Italia che all'estero non hanno?

Territorio, cibo, accoglienza. Siamo unici e non sappiamo valorizzare la nostra cultura, il nostro territorio, pensa solo quali potenzialità abbiamo… mannaggia!!! Penso che i nostri club 4x4 dal Nord al Sud (isole super comprese) dovrebbero un po’ internazionalizzarsi e fare impresa per coinvolgere gli stranieri fuoristradisti. Forse questa potrebbe essere la strada per avviare un volano socio culturale (ed economico) che altri settori adesso stanno sfruttando. Vedi e-bike e mountain bike ad esempio. Lo sai meglio di me che il vero fuoristradista è più “verde” di altri.


- Negli ultimi anni, l'online shop è entrato prepotentemente in questo settore. Anche 4Technique ha un negozio virtuale. Credi che questa modalità di vendita sarà il futuro o è ancora importante il rapporto tradizionale con il cliente/appassionato?

La verità sta sempre nel mezzo. Siamo stati i primissimi nel settore ad offrire un BtoB nel 2002 per poi renderlo pubblico BtoSee nel 2007. Se si tratta di un prodotto standard dove non serve assistenza, il mondo on-line è perfetto. Se si tratta di prodotti specialistici o custom, se desideri un contatto per confrontare soluzioni e trovare soluzioni sicuramente il nostro show room ti da quel valore aggiunto che nella sterilità dell’etere non hai.

 

- Qualità e prezzi, una lotta eterna. Quale è la filosofia della tua azienda?

Sembra banale ma vendere prodotti di qualità al giusto prezzo. In passato molti cercavano i nostri prodotti all’estero pensando di risparmiare. La politica del prezzo giusto ma soprattutto della qualità dei prodotti ci ha premiato. Sai quante volte arrivano clienti rimasti scottati da acquisti sbagliati. Aggiungi che siamo certificati ISO come il 95% dei nostri fornitori e capisci che quel verricello, quell’ammortizzatore ha degli standard costruttivi che non trovi sempre. Assistenza e garanzia ne fanno da contorno; ecco perché siamo fornitori anche di primo impianto.

 

- Come scegli i prodotti che vendi?

Tanta esperienza, fiuto e visione della sua commercializzazione nel tempo. Non investo su prodotti modaioli o per lo meno lo faccio marginalmente.

 

- Come ti difendi, come difendi i tuoi clienti e come difendersi dalle copie economiche e di bassa qualità dei prodotti?

I miei clienti sanno e non c’è bisogno di difendermi. Sai quanti finti paraurti AEV o copie dei blocchi  ARB sono venduti e a volte purtroppo millantati per veri? Diciamola così: meglio investire in tecnologia e nuovi prodotti piuttosto che arricchire gli avvocati.

 

- Veniamo ad un aspetto molto discusso tra i fuoristradisti: 4x4 e SUV... dicci la tua?

Ho poco da dire Paolo. Purtroppo in passato molti 4x4 sono stati usati come SUV ed oggi molti SUV vorrebbero fare acrobazie da vero 4x4. Il problema non è il veicolo, è chi lo compera e come lo usa. Nessuno esclude l’altro. Convivono nel mercato perfettamente anche se molte volte mi verrebbe voglia di prendere un pubblicitario, metterlo sul SUV che pubblicizza e fargli fare davvero quello che mette in video…… manca cultura!!!

 

- Sono sempre meno i veicoli 4x4 duri e puri, forse il Wrangler ed il Mercedes G sono gli unici rimasti dopo che Land Rover ha chiuso la produzione del Defender. Quale futuro vedi per il fuoristrada e per chi desidera un 4x4 "vero"?

Se non devi andare per twist e buche tutti i giorni oppure cercare l’angolo perfetto, penso che i pick-up siano un buon compromesso. Penso che Land Rover prima o poi si riaffaccerà a questo mondo. Penso anche Toyota e Nissan debbano pensare a ri-motorizzare Euro 6 qualche bel bestione per ora destinato solo al mercato Asia/Africa. Hai presente la fiera di Bad Kissingen? Ecco cosa penso. I prodotti ci sono ancora, manca la volontà da parte degli importatori.

 

- Gare, raduni e viaggi richiedono veicoli e preparazioni molto diverse; come è possibile offrire ai propri clienti prodotti sempre al top ed adeguati per ogni esigenza?

Sia io che il mio team veniamo da gare, raduni e viaggi, capisci che la nostra esperienza a 360 gradi ti può consigliare al meglio. Spesso diamo consigli che portano i clienti a ringraziarci perché alla fine gli abbiamo fatto risparmiare tanti soldini.

 

- Anche l'aspetto ecologico sta irrompendo nel nostro mondo... come coniugare 4x4 e ambiente?

La tecnologia, le nuove batterie a maggior efficienza e la potenza erogata dai motori elettrici, non faranno altro che “inverdirci”. Non la vedo così male anzi è una grande opportunità. Ci vorrà un po’ più tempo.

 

- Sappiamo che visiti molte fiere all'estero, vedi il Sema Show. Cosa ti piace di questi eventi?

Dopo più di venticinque anni (ricordati che avevo il team On The Mud) andare e fare fiere mi ha un po’affaticato. E’ comunque una buona occasione per tenere allenato il cervello sulle novità ed incontrare vecchi amici.

 

- Come vorresti che siano organizzate e gestite le fiere di settore in Italia?

Biennali.


- Negli States la comunicazione è un aspetto  fondamentale per le aziende offroad. Sappiamo che in 4 Technique hai un dipartimento dedicato alla comunicazione. Quanto è importante questo aspetto per la tua azienda?

Logomotiva, gestita da Simona permette di organizzare in tempo reale ogni azione marketing sul web o Social. Averla “in casa” ottimizza tempi e comunicazione interna.

 

- Perchè, secondo te, in Italia si fa ancora fatica a comprendere questo aspetto e molti preferisco il "fai da te"?

Perché gli operatori non hanno ancora una cultura imprenditoriale.

 

- Altro aspetto delicato, tutto italiano. Tra i fuoristradisti vige il diktat che nel fuoristrada la passione sia il "bene" e chi opera in questo settore per lavoro sia il "male". Questo vale sia nel tuo che nel mio lavoro.

Noi crediamo invece che professione e passione possono coniugarsi e dare ottimi risultati. Tu cosa ne pensi? La libertà di opinione è per me molto importante, penso che molti che stanno bene grazie all’uso di prodotti buoni fatti e venduti da gente che del fuoristrada ne ha fatto passione prima e lavoro dopo. Credo senza presunzione di aver creato con On the Mud prima e 4Technique + Upracks dopo un vero collegamento tra chi produce accessori e che ne fruisce rispettando entrambi i ruoli visto che io per primo sono cliente di me stesso. Sai comunque, per fare una battuta, è il ciclista e l’automobilista…. In base a dove poggi il culo vuoi sempre aver ragione.

 

- Come prevedi che sia il futuro del fuoristrada in Italia?

Io lavoro alacremente per convincere i grandi vertici delle case produttrici di non abbandonare il settore. Non penso che possa essere come prima, un po’ per motivi geopolitici un po’ perché arriveremo al noleggio a lungo termine dove prendi quello che ti danno con o senza cromature. Quindi la vedo dura.

 

- Come vorresti invece che sia il futuro del fuoristrada in Italia?

Sono molto fatalista, chi vivrà vedrà perché dentro di me, sotto sotto ancora ci credo!

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