· 

Storia del 4x4

Si parla molto di fuoristrada, di 4x4 e delle loro preparazioni ma, in quanti conoscono la storia della nostra passione e quali furono i primi 4x4? In questo articolo, cercheremo di fare il punto della situazione e di capire quale è stata la “pietra miliare” da dove tutto è iniziato.

Di Paolo Baraldi

La storia del fuoristrada ha origini che risalgono alla prima metà del secolo scorso. Anche se la trazione integrale era conosciuta fin dagli anni '30, sperimentata su alcune autovetture (come la Mitsubishi PX33 o la GAZ-61), la progenitrice degli odierni fuoristrada fu senza dubbio la leggendaria Jeep Willys MB.

Mitsubishi PX33
Mitsubishi PX33
GAZ-61
GAZ-61

Jeep Willys, progenitrice di tutti i fuoristrada.

La rivoluzione avvenne con la Seconda Guerra Mondiale: era il 1940, quando i primi esemplari di Jeep Willys vennero consegnati all'esercito Statunitense. Ne vennero prodotte centinaia di migliaia di esemplari che, forniti a tutte le nazioni alleate, invasero letteralmente l'Europa e l'Asia.

Jeep Willys
Jeep Willys

Nel 1948 Maurice Wilks, ispirandosi alla Jeep Willys, progettò la prima Land Rover; poi tutti gli altri.

Dopo questa insuperabile capostipite, tutti i produttori di auto sentirono il bisogno di realizzare un solido 4x4: nel 1948 arrivò l’iconico Land Rover, disegnato da Maurice Wilks, che al pari di Jeep è sinonimo per antonomasia di fuoristrada, seguito a breve dalla risposta nipponica; prima il Nissan Patrol (4w60 del 1951) poi il Toyota Land Cruiser (BJ e FJ del 1951), entrambi pensati inizialmente come mezzi per le forze armate (non a caso Patrol in inglese significa pattuglia).

La prima Land Rover
La prima Land Rover

Nel 1951 la risposta italiana con la Fiat Campagnola.

In Italia la risposta fu, con la Fiat Campagnola: pensata per sostituire le ormai vecchie Jeep, lasciate nello stivale dagli americani. La campagnola debuttò nel lontano 1951 e per oltre tre decenni è stata il 4x4 ufficiale del nostro esercito. Robusta e spartana venne fin da subito apprezzata per la sua versatilità, ne vennero prodotte numerose edizioni speciali: carro attrezzi, ambulanza, spazzaneve e persino fotoelettrica, la cosiddetta "faronata".

 

Successivamente arrivarono i primi 4x4 di Suzuki (LJ80 del 1977), di Mercedes (W460 del 1979) e di Mitsubishi (L040 del 1982).

Ancora Jeep, con la CJ, diffonde l'impiego privato ricreativo dei 4x4.

Nel secondo dopoguerra, sempre dall’America con la versione civile della Willys: il CJ (Civilian Jeep. La prima CJ -la CJ-2- venne introdotta nel 1944), si diffuse progressivamente l'impiego privato di questo genere di veicoli, con finalità sia lavorative che ricreative.

Jeep CJ
Jeep CJ

Da quel momento, l’aspetto ricreativo dell’uso dei 4x4 si è sempre più sviluppato arrivando alla produzione di modelli che hanno fatto "storia" come il Defender ed il Discovery che si distinsero nei memorabili Camel Trophy degli anni ottanta e novanta, il Range Rover vero e proprio antesignano dei fuoristrada di lusso, il Mitsubishi Pajero, dominatore di ben 12 Rally Dakar; il Nissan Patrol e il Toyota Land Cruiser, diffusissimi nelle regioni più impervie del pianeta, il Mercedes Classe G ed infine, ma non ultima, la Jeep Wrangler che ha rappresentato con successo, e lo fa ancora oggi, lo spirito di libertà a Stelle e Strisce; spirito che ha “invaso” tutto il mondo!

Jeep Wrangler JL
Jeep Wrangler JL

Aspetti tecnici caratterizzanti un 4x4:

Di seguito un elenco di quelle specifiche tecniche fondamentali per veicolo 4x4:

 

- Trazione integrale: permanente full-time oppure inseribile o part-time.

- Telaio a longheroni e traverse: separato dalla carrozzeria. Nelle versioni più moderne può essere integrato al corpo vettura. La struttura scatolare del telaio (cioè a sezione cava rettangolare) offre al veicolo notevole rigidezza flessionale e torsionale, opponendosi alle forti sollecitazioni generate dalla guida su fondi molto sconnessi che tenderebbero a deformare una normale carrozzeria.

- Ponti rigidi: rispetto ai sistemi a ruote indipendenti offrono maggiore robustezza e grande articolazione.

- Riduttore-ripartitore ad inserimento meccanico o elettrico, demoltiplica i rapporti (cosiddette marce ridotte) e trasferisce la forza motrice ai ponti.

- Differenziali bloccabili: in alcuni casi non di serie, può essere ad attivazione manuale o automatica. Il blocco impone  alle ruote dello stesso asse la stessa rotazione, evitano che lo slittamento o il sollevamento di una fermi l'altra). Il blocco centrale impone ad entrambi gli assi la stessa rotazione.

- Sospensioni ad ampia escursione: ammortizzatori con una considerevole escursione permettono alle ruote di mantenere meglio il contatto col suolo seguendone le irregolarità, e vengono abbinati a molle elicoidali oppure a balestre.

 

In aggiunta sono importanti:

- Pneumatici tassellati e rinforzati per un miglior grip.

- Snorkel che pone il punto di presa dell'aria per il motore in posizione elevata e protetta.

- Verricello

- Protezioni

Caratteristiche di un fuoristrada:

- Altezza da terra: è l'altezza libera minima del sottoscocca, solitamente la distanza fra il suolo e il punto inferiore del differenziale più basso. Dipende, quindi, dall'altezza delle ruote e dal tipo di assali del veicolo. Maggiore è l'altezza da terra, minore è il rischio di danneggiare il sottoscocca del veicolo, ma minore risulta anche la pendenza superabile.

- Angolo di attacco: è l'angolo fra la linea del suolo e la tangente ruota anteriore - paraurti anteriore. Dipende, quindi, dallo sbalzo anteriore del veicolo, che deve essere il minore possibile. È utile che uguagli l'angolo di uscita, ma inutile che sia maggiore della pendenza superabile.

- Angolo di uscita: è l'angolo fra la linea del suolo e la tangente ruota posteriore - paraurti posteriore. Dipende, quindi, dallo sbalzo posteriore del veicolo, che deve essere il minore possibile. È utile che uguagli l'angolo di attacco, ma inutile che sia maggiore della pendenza superabile.

- Angolo di dosso: è l'angolo massimo superabile dato dalla differenza d'inclinazione di due rampe consecutive in salita - discesa a spigolo vivo. Dipende, quindi, dal passo del veicolo, che deve essere il minore possibile, da cui la superiore mobilità dei fuoristrada in versione 3 porte.

- Diametro di sterzata: è il diametro del cerchio minimo entro cui il veicolo è in grado di curvare senza manovre correttive, indicativo della sua attitudine a districarsi in passaggi tortuosi e a percorrere tornanti stretti, da cui nuovamente la superiore mobilità dei fuoristrada a passo corto ma anche dotati di sterzo con molti giri disponibili (ossia demoltiplicato, a discapito di precisione e reattività, aspetti tuttavia importanti solo alle alte velocità, quindi fondamentali solo per auto sportive).

- Pendenza massima superabile: è la massima pendenza longitudinale percorribile dal veicolo senza perdita di aderenza o di equilibrio per ribaltamento frontale/tergale. Dipende, quindi, dal baricentro del veicolo: minore è la sua quota dal suolo, maggiore risulta la pendenza superabile, ma un'altezza da terra ridotta espone ad un maggior rischio di danneggiare il sottoscocca.

- Inclinazione laterale massima: è la massima inclinazione trasversale assumibile dal veicolo senza perdita di aderenza o di equilibrio per ribaltamento laterale. Dipende, quindi, dalla carreggiata del veicolo (maggiore è la sua ampiezza, maggiore risulta l'inclinazione ammissibile) e dal baricentro.

- Profondità di guado: è la massima profondità dell'acqua guadabile dal veicolo senza rischio di infiltrazioni/danni.