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King of the Hammers 2018

 

The ultimate desert race! A conferma della sua fama, anche l'edizione 2018 della Nitto King of the Hammers powered by Optima ha dato del filo da torcere ai suoi partecipanti. Per la seconda volta, nella storia della gara, Jason Scherer ha messo a segno la vittoria!

 

Foto e testo di Paolo Baraldi

Che la King of the Hammers non fosse una corsa facile si sapeva e non solo perché presentata come “the ultimate desert race” ma anche perché, e questo è un dato di fatto, solo il 25% dei partecipanti riesce, molti dei quali a fatica, a portarla a termine. Se continuiamo a guardare le statistiche, è ancora più difficile entrare a far parte del ristretto club dei vincitori. In 12 anni di storia della KOH, se ne contano solo 6 ed il circolo è ancora più ristretto se si va a vedere chi ha vinto per 2 volte (Jason Scherer, Loren Haley, Erik Miller e Randy Slawson) e chi per 3 volte (Shannon Campbel); con 1 sola vittoria ricordiamo il “Re” della prima edizione, del 2007,JR Reynolds. Ogni anno l’organizzatore Dave Cole ed il suo staff, capitanato da JT Taylor, fanno di tutto per mantenere viva la fama della gara e dare del filo da torcere ai pretendenti allo scettro allungando il tracciato ed inseriscono nuovi trails come l’ultimo: Her Problem, che già dal nome dice tutto. 

Come sempre, la settimana che va dal 3 al 10 febbraio, detta anche KOH Week, è stata ricca di emozioni: si è passati dalla King of the Motos allo Shooout, dalle Qualifying alla gara degli UTV e dall’Everyman Challenge alla King of the Hammers con un crescendo unico di adrenalina e di spettacolo che neanche lo sceneggiatore di Fast and Furios sarebbe stato in grado di mettere in scena. Dopo le qualifiche, vinte da Paul Horschel, che si sono svolte lungo la Short Course adiacente ad Hammertown, la gara degli UTV, con solo 12 team all’arrivo sui 118 partiti, ha lasciato intendere sin dall'inizio che quest’anno sarebbe stata un’edizione della King of the Hammers veramente dura. Anche Fabio Manno, il nostro compatriota che di KOH ne ha fatte ben 8, ci ha confermato questa nostra impressione.

Per scaldare gli animi del numeroso pubblico presente nel Lakebed e dei 2 milioni che hanno seguito da casa il live, giovedì 8 febbraio si è svolto lo Smittybilt Everyman Challenge con in gara le classiche 3 categorie: Pro Comp Stock, Rubicon Express Modified e G2 Legends. Mentre  il campione in carica Brad Lovell cercava invano di raccogliere la terza vittoria consecutiva nell’EMC a causa di varie rotture, 6 ore e 136 miglia dopo aver lasciato la linea di partenza di Hammertown, l'ex campione di desert race Dan Fresh ed il suo co-pilota Byran Crofts si sono aggiudicati la vittoria generale dell’EMC e quella nella classe Legends. Fresh, è stato uno dei soli 12 veicoli che hanno completato il percorso durante il tempo previsto; un'impresa impressionante considerando il fatto che ben 135 vetture hanno preso il via. "Il tracciato di gara è stato semplicemente brutale", ha detto Fresh, "Quando sei nei trails pensi che non c’è modo di superarli. Dici che non è possibile! Sono un fuoristrada da molto tempo, ma ora che ho fatto questa corsa posso dire che questi veicoli sono fantastici. Mi hanno fatto diventare dipendente”. Il secondo posto nella generale dell’Everyman Challenge  ed il primo delle Modified è andato a Casey Gilbert, mentre terza assoluta e prima della Stock è stata la giovane, ma già una veterana della KOH, Jessi Combs.  

Il vincitore della EMC Dan Fresh ed il suo co-pilota Byran Crofts
Il vincitore della EMC Dan Fresh ed il suo co-pilota Byran Crofts
Dan Fresh ed il suo co-pilota Byran Crofts in azione alla EMC
Dan Fresh ed il suo co-pilota Byran Crofts in azione alla EMC

Jason Scherer, il Re incontrastato del 2018
Jason Scherer, il Re incontrastato del 2018

Venerdì 10 febbraio, il sole fa capolino dalle montagne che circondano la Johnson Valley ed i 102 piloti si apprestano alla partenza della dodicesima King of the Hammers.  Per quasi tutte le 202 miglia di gara, Jason Scherer ha combattuto con l'ex “Re” Randy Slawson. I due si sono sorpassati numerose volte sia mentre attraversavano l'asciutto e polveroso deserto del Mojave che mentre cercavano di superare i vari Hammers come Jackhammer e Chocolate Thunder. Purtroppo Slawson, a sole poche miglia dal traguardo, si è dovuto ritirare per problemi meccanici permettendo così a Scherer di aggiudicarsi per la seconda volta, la prima fu nel 2009, lo scettro di Re dei Martelli. In seconda posizione, a 12 minuti, il due volte vincitore Erik Miller. Mentre Scherer ha combattuto con Slawson per la maggior parte della gara, Miller si è dovuto misurare con il giovane Wayland Campbell. "Ci siamo spinti al limite per tutto il giorno", ha detto Miller. "non è stata sicuramente la mia giornata migliore. Se fossi stato in una monoposto come Wayland o Levi, non credo che avrei potuto farcela.” A completare il podio in terza posizione, a solo 1 minuto da Miller, troviamo Wayland Campbell, il pilota più giovane della top ten. Wayland Campbell, 21 anni di Gilbert in Arizona, è stato l'unico pilota sul podio a bordo di un single seater. Il giovane Campbell, nel 2017 è già stato protagonista vincendo la serie ULTRA4 e concludendo la KOH in seconda posizione dietro suo padre Shannon.

Erick Miller secondo classificato
Erick Miller secondo classificato
Wayland Campbell terzo classificato
Wayland Campbell terzo classificato

L'italiano Fabio Manno, 31° purtroppo out of time per soli 18 minuti
L'italiano Fabio Manno, 31° purtroppo out of time per soli 18 minuti
Fabio Manno ha partecipato a 8 KOH e ne ha finite ben 5
Fabio Manno ha partecipato a 8 KOH e ne ha finite ben 5

Solo in 32 sono riusciti a terminare tutta la gara e solo 29 nel tempo massimo di 14 ore. Più di quanti ci aspettassimo o di quanti si aspettassero gli organizzatori… segno questo che il livello dei piloti e dei veicoli si sta sempre più alzando. Sarà quindi sempre più arduo per Dave Cole inasprire la gara per mantenere viva la sua fama. Non ci resta che aspettare la prossima edizione per vedere come andranno le cose e chi avrà la meglio.

La vera storia della King of the Hammers

Dave Cole
Dave Cole

Oggi, la King of the Hammers ha raggiunto un'enorme notorietà tra gli appassionati di fuoristrada di tutto il monto, tanto da essere considerata, e a ragione, la più dura corsa di un giorno nel deserto. Ogni anno, nella Johnson Valley, si riuniscono più di 30 mila appassionati per seguire le gesta dei loro beniamini. E' anche a tutti ben nota la storia ufficiale della King of the Hammers. La gara è nata nel 2007, da un'idea di Dave Cole e Jeff Knoll, entrambi offroader ma di diverse discipline, che volevano sfidarsi con alcuni loro amici su di un percorso che unisse i tracciati caratteristici delle Desert Race a quelli del Rock-Crawling. La prima edizione si svolse con la partecipazione di 12 equipaggi chiamati, e vi spiegheremo poi perchè, gli OG13. Il successo e l'interesse fu così grande che la King of the Hammers ogni anno crebbe esponenzialmente sino all'incredibile spettacolo che è adesso. Conoscendo, molto bene, i personaggi che stanno dentro la KOH, si è fatta largo in me la convinzione che dietro la storia ufficiale dovesse esserci qualche cosa di più. Ecco, che dopo qualche domanda fatta alle persone giuste sono emersi molti particolari interessanti che vi racconterò. La location dove tutto è nato è stato un locale di San Bernardino, per essere precisi il Chili's. Qui Dave Cole e Jeff Knoll pianificarono la prima King of the Hammers su di un tovagliolino di carta. Cole era un campione di Rock-Crawler ed aveva buoni rapporti con la BLM (Bureau of Land Management), Knoll era coinvolto nelle Desert Race ed aveva esperienza nella gestione di eventi motoristici. Dopo aver lavorato sulla logistica e creato un team per gestire l'evento, hanno invitato dodici loro amici nella Johnson Valley con la scusa di passare una giornata insieme facendo fuoristrada. Al gruppo che si è presentato non è stato detto nulla di ciò che succedeva  fino a quando non furono arrivati tutti. La primissima edizione della King of the Hammers è stata gestita in segreto: nessun spettatore, nessun giornalista e nessun sponsor; solo gli equipaggi invitati e come premio una cassa di birra. Il percorso di questa prima KOH, lungo 35 miglia, venne così presentato ai partecipanti: "Lakebed to Outer Limits up Outer Limits down Aftershock down Sunbonnet up Devil's Slide down Hell's Gate take a right toward Landers up the slide towards the end of Sledge (hammer) up Jack (hammer) down Jack North up Wrecking Ball down Claw (hammer) back to the Lakebed".  Vennero predisposti dodici checkpoint lungo il tracciato dove ogni pilota doveva firmare un registro per assicurarsi che tutti i trails fossero completati. JR Reynolds, con il vantaggio di gareggiare in casa ha vinto la gara con un sorprendente tempo di 2 ore e 57 minuti. Tracy Jordan, un "vergine" degli Hammers, arrivò dopo circa mezz'ora. La maggior parte degli altri hanno impiegato più di cinque ore per tagliare il traguardo finale. Alcuni piloti, come Jordan, non erano mai stati nella Johnson Valley e facevano affidamento esclusivamente sul GPS per trovare la loro strada. Dopo che il "non-evento" è stato disputato, Jeff Knoll ha postato su un famoso forum americano di fuoristrada una semplice domanda: "secondo voi quanto tempo ci vuole per percorrere consecutivamente 8 trails degli Hammers?". Dave Cole, subito dopo. ha stimolato ancora di più l'attenzione scommettendo 100 dollari che nessuno sarebbe riuscito a farlo in meno di cinque ore. Dopo aver riscosso l'interesse del forum, hanno pubblicato i risultati della gara segreta ed a quel punto tutti volevano dimostrare di essere più veloci. Così è nata la King of the Hammers!

JT Taylor
JT Taylor

Ma, come mai i partecipanti alla prima KOH sono chiamati gli OG13, gli originali 13, se in realtà c'erano solo dodici piloti in gara? Una fonte affidabile, JT Taylor, mi ha confidato: "ero incaricato di realizzare le T-Shirts per i piloti. Ho chiamato Dave e gli ho chiesto: quanti piloti ci sono? E Dave mi ha risposto: 13. Allora gli ho chiesto: li chiamiamo gli OG13? Mi disse: si! Così ho stampato le magliette e solo il giorno della gara scoprii che eravamo in 12... ma da allora siamo conosciuti come gli OG13." Nel 2008 si svolse la prima vera ed ufficiale King of the Hammers anche se ancora senza pubblico. Il percorso venne portato a 50 miglia con 7 Hammers da superare oltre alle piste nel deserto. Circa 50 piloti, tutti top driver delle Desert Race e del Rock Crawling, hanno partecipato all'evento, ed ognuno di loro voleva dimostrare il suo valore. In quell'occasione, Shannon Campbell è stato incoronato Re degli Hammers dopo essere passato dall'ultimo posto al comando con un epico finale di gara che ha suscitato ancora più interesse in questa corsa estrema. A breve fu creata la Hammerking Productions, fu invitato il pubblico ad assistere alla corsa, apparvero i primi sponsor, venne definita la categoria di veicoli Ultra4 e prese vita il campionato Ultra4 Racing.

 

Tutti i vincitori della King of the Hammers

 

2018: Jason Scherer e Jason Berger

2017: Shannon Campbell

2016: Erik Miller e Robert Ruggiero

2015: Randy Slawson e Michael Slawson

2014: Loren Healy e Casey Trujillo

2013: Randy Slawson e Michael Slawson

2012: Erik Miller e Robert Ruggiero

2011: Shannon Campbell

2010: Loren Healy e Rodney Woody

2009: Jason Scherer e Jason Berger

2008: Shannon Campbell

2007: JR Reynolds e Randy Slawson